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mercoledì 30 marzo 2011

Il 9 e 10 Giugno a Editech la fotografia dell'editoria digitale

EDITECH, giunto alla quarta edizione, si svolgerà a Milano i prossimi 9 e 10 giugno al Palazzo delle Stelline. Un appuntamento che anche per l’edizione 2011 intende offrire risposte concrete sui temi dell’innovazione tecnologica.
Editech fornisce da quattro anni un osservatorio documentato e aggiornato sull’evoluzione digitale nel settore editoriale libraio e anche quest’anno presenterà diretto ampio spaccato delll’evoluzione in atto a livello internazionale, non solo negli Stati Uniti, ma anche in Europa, attraverso casi di successo presentati dai più innovativi attori del mercato.

Nella giornata del 9 giugno si alterneranno sessioni plenarie sui temi trasversali relativi all’innovazione tecnologica nell’editoria libraria e sul confronto tra l’industria editoriale europea e i colossi americani come Google e Apple.

Nelle sessioni parallele invece si apriranno focus sull’applicazione delle tecnologie nei diversi segmenti editoriali: educativo, professionale, narrativa e saggistica con anche approfondimenti sugli aspetti creativi, produttivi ed economici. Completerà il percorso la giornata del 10 giugno con un seminario dedicato all’EPUB3, la nuova edizione del più diffuso standard per la produzione di ebook.

(articolo tratto dal sito dell'AIE, www.aie.it)

L'instervista a Claudia Tarolo e Marco Zapparoli di Marcos y Marcos sulla "legge sul prezzo dei libri"

Claudia Tarolo e Marco Zapparoli, con la vostra Marcos y Marcos siete stati tra i fondatori dell'associazione "I mulini a vento", che si è battuta per modificare la prima versione, licenziata dalla Camera nel luglio dell'anno scorso, del ddl Levi sulla "Nuova disciplina sul prezzo dei libri". A un tratto, però, seppur a malincuore, avete abbandonato gli altri promotori dell'iniziativa. Potete spiegarci cosa è successo?

Non abbiamo mai smesso di condividere l’assoluta necessità che alla proposta di Legge Levi si dovessero apportare modifiche sostanziali. Impensabile non mettere un tetto agli sconti nel corso delle campagne. E impossibile accettare che le campagne si potessero riproporre a ripetizione. Siamo stati i primi a batterci, ci siamo battuti fino all’ultimo. Per questo ci siamo dissociati a malincuore, e dopo lunghi tentennamenti. Semplicemente, da un certo momento in poi non abbiamo condiviso lo stile con il quale i "Mulini" conducevano questa battaglia. Nulla di grave: anzi, con alcuni di loro siamo in ottimi rapporti. Però ci sentivamo e ci sentiamo molto più utili ed efficaci in due modi: 1) “mediando” le posizioni all’esterno di questo gruppo con i grandi attori 2) mantenendo una politica coerente sugli sconti non effettuando alcuna campagna con sconto superiore al 20%, come invece fanno alcuni piccoli editori, perfino attraverso il proprio sito.

Il disegno di legge recentemente licenziato dal Senato prevede, oltre al tetto del 15% agli sconti praticabili sui volumi, un limite del 25% sulle promozioni degli editori e la non reiterabilità delle campagne promozionali (che dovranno diversificarsi nel corso dell'anno solare). Dal vostro punto di vista, si tratta di un successo, di un buon compromesso o di un risultato deludente? E perché?

Secondo noi si tratta di un successo, perché oggi non c’è alcun limite alle promozioni, mentre se tutto va bene da settembre ci sarà. Forse, tentando qualche mediazione in più, a questo risultato saremmo arrivati anche prima, guadagnando quasi un anno. Un punto molto importante da sottolineare, per il quale Marco Polillo (Presidente AIE) si è sempre battuto, sta nel fatto che non si potranno più fare promozioni a dicembre. Sapete quanto sono importanti per i librai le vendite di questo mese? Dicembre per molti librai indipendenti rappresenta per molti il 25% del fatturato di un anno!

Qualcuno ha criticato aspramente il provvedimento, accusandolo di essere contrario alla logica del mercato, di impedire l'abbassamento dei prezzi, di osteggiare il mondo del mercato on-line (soggetto allo stesso tipo di limitazioni). Cosa rispondete a queste critiche?

Chi avanza queste critiche non ha idea di quanto una liberalizzazione dei prezzi coinciderebbe con la fine del libero mercato del libro. Il nostro mercato si basa sul fatto che si propongano libri sempre nuovi. Perché questo accada, occorre accordare ai librai il diritto di resa. Il pilastro su cui si regge il diritto di resa, però, è l’esistenza del prezzo fisso. Sono tre passaggi strettamente collegati l’uno all’altro. Cosa accadrebbe se invece ci fosse una totale liberalizzazione dei prezzi? Nel giro di poco tempo si pubblicherebbero solo best seller, e anche questi verrebbero svenduti. Oggi, pur di “prendersi” il mercato, molti sarebbero disposti a vendere sottocosto. Poi, però, tutti ne pagherebbero le conseguenze. Il che accadrà anche se gli e-book verranno “svenduti”, e non proposti a un prezzo adeguato: e da come si stanno mettendo le cose, sembra che si vada proprio in questa direzione.

Per restare in tema di digitale, internet e le nuove tecnologie in generale stanno cambiando profondamente il mondo dell'editoria. Basti pensare a quanto accade su Amazon.com, la più grande piattaforma e-commerce mondiale, in cui il numero di e-book venuti ha sorpassato quello dei volumi cartacei. Qual è il vostro atteggiamento nei confronti di questi fenomeni? Come editori, guardate ad essi con preoccupazione oppure come ad una risorsa?

La leggibilità, la qualità degli ebook e dei supporti su cui li si leggono continua a migliorare. Gli editori che continueranno a puntare sui libri di carta dovranno renderli estremamente appetitosi. Sarebbe più conveniente che gli ebook non fossero libri di carta in versione impoverita, ma diventassero più interattivi. Creando un mercato diverso e complementare rispetto al libro di carta. Entreremo sul mercato degli ebook quando troveremo la formula giusta per proporre un prodotto adeguato, attraente e NON in concorrenza con libri e librai. C’è poi un altro problema legato alla diffusione degli ebook. Non è solo legato ai prezzi, ma al fatto che chi domina le piattaforme digitali – non gli editori, non gli agenti, non gli autori – potrebbe davvero farla da padrone. Per intenderci, chi possiede le piattaforme potrebbe svolgere il ruolo di primo attore che Steve Jobs ha avuto nei confronti della diffusione della musica quando ha lanciato iTunes, trasformandolo nello standard di diffusione della musica digitale. Attenzione quindi a non farci troppi autogol: da un lato la pirateria, dall’altra i colossi!

Prima di diventare legge, il ddl dovrà ripassare alla Camera. C'è spazio, a vostro giudizio, per eventuali ulteriori aggiustamenti o modifiche?

No, secondo noi si deve chiudere al più presto, per evitare di slittare di un altro anno con l’inizio dell’applicazione di questa preziosissima legge.

Vincenzo Vita (PD), relatore al senato del ddl assieme al collega Franco Asciutti (PdL), ha specificato come, nonostante la legge Levi costituisca un buon passo in avanti, essa non sia «la vera riforma del sistema dell’editoria». Quali sono, a vostro giudizio, i punti che un'eventuale riorganizzazione legislativa del sistema dovrebbe tenere in considerazione per salvaguardare soprattutto quel prezioso patrimonio culturale rappresentato dall'editoria (e dalle librerie) indipendenti?

Non abbiamo alcuna ricetta, ma la nostra sensazione è che si potrebbe incentivare la lettura in mille modi, anziché in nessuno, come si fa oggi.

In conclusione, come spieghereste a un lettore/consumatore i vantaggi che questa legge potrebbe apportare per lui?

I prezzi dei libri smetteranno di aumentare. Gli sconti che attualmente vengono fatti sono fasulli. Se chiudono le librerie e la maggior parte delle case editrici, nel giro di una decina di anni i libri saranno un articolo costosissimo e a disposizione di qualche decina di migliaia di lettori. Noi siamo convinti che in uno scenario così terribile potremmo vendere i nostri libri al doppio del prezzo attuale. Ma li venderemmo a duemila lettori d’elite. Sarebbe un passo indietro di qualche secolo! Invece quest’anno, per festeggiare i nostri 30 anni di attività con un gesto coerente, per allargare il pubblico, anziché fare campagne con sconti, sapete che abbiamo fatto? Un gesto controcorrente che non fa proprio nessuno. Abbiamo abbassato i prezzi dei nostri titoli più importanti, e li abbiamo proposti in una collana più accurata ed elegante del solito. E i librai e i lettori stanno premiando questa scelta. I nostri titoli di catalogo stanno vendendo il 20% in più dell’anno scorso. Con i tempi che corrono, è quasi un miracolo!

Domenico Starnone ospite del seminario di scrittura organizzato da Minimum Fax

Domenica 3 aprile, Domenico Starnone sarà ospite del seminario di scrittura di Minimum Fax dedicato al racconto breve, curato da Carola Susani, che si svolgerà presso la scuola "Torre di Babele", a Roma.

Il programma dell'evento:

Sabato mattina

Lettura e discussione dei brevi racconti scelti dalla docente, dai tutor e dai corsisti.

Sabato pomeriggio

Lettura, discussione e proposte di revisione dei racconti scritti dai corsisti.

Domenica mattina

Finestra di correzione individuale del racconto inviato o stesura estemporanea di un racconto breve.

Domenica pomeriggio

Lettura e discussione collettiva dei materiali prodotti nelle tre ore precedenti.

Giorno: 03/04/2011

Ora: 10,00

Luogo: Torre di Babele, via Cosenza 7 - Roma

Presentazione del libro di Camilla Trinchieri, "Cercando Alice" (Marcos y Marcos)

Venerdì 1 aprile, presso la libreria “Lo Spazio” di Pistoia, alle 18,00, Camilla Trinchieri presenta Cercando Alice (Marcos y Marcos). Intervengono l'on. Roberto Barontini e Bert D'Arragon, con il patrocinio dell'Istituto Storico della Resistenza e della Storia Contemporanea di Pistoia.

Il libro: Quanti tradimenti può sopportare una donna? Il primo è un classico: il marito, diplomatico italiano a Praga, si lascia tentare dalla bella di turno, senza passione, così, come si beve una coppa di champagne. Gli altri tradimenti sono più subdoli, ancora più mortificanti per Alice. Lei aveva lasciato gli Stati Uniti per amore, seguendo il marito in Europa in pieno nazismo. Ora che il sogno è finito si vede negare anche la libertà di movimento, il desiderio di allontanarsi con i figli da una guerra che sente profondamente ingiusta. Bloccata nella Roma fascista, al rombo dei bombardieri alleati, Alice tenta di difendere la famiglia che le resta, di mantenersi lucida e combattiva nonostante tutto. Fugge verso la Svizzera e la libertà, ma scompare nel nulla in una notte gelida, mentre valica le montagne con le figlie Susan e Claire. Il marito sostiene che è stata uccisa da una guardia di confine, ma la figlia Susan ricorda bene di non aver udito spari, né grida. Dodici anni dopo quella tragica notte, Susan aspetta un figlio. Ha bisogno di fare chiarezza sulla fine misteriosa di sua madre, non si accontenta più di mezze verità. Vuole sapere.

Un romanzo a due voci su una famiglia in guerra, nell’Europa in guerra; sul potere di vita e di morte dell’amore.

giovedì 24 marzo 2011

Una riflessione di Giuseppe Granieri sull'e-book

Segnaliamo un post interessante uscito su http://www.bookcafe.net/ e scritto da Giuseppe Granieri. L'argomento? L'e-book...

Ci sono dei post in cui sei quasi obbligato a elencare a te stesso -prima di scriverli- una lunga serie di premesse. Questo perché sono cose che hai già raccontato a qualche amico a voce e hai una dettagliata lista dei «ma» e dei «però» che arrivano da chi non ha fatto la stessa esperienza o non ha mai provato.
Così, ecco il paragrafo delle premesse. Ho la casa piena di libri, non li conto da una vita ma è un numero a quattro cifre. La letteratura è in soggiorno, su diverse librerie, con i titoli a strati e spesso a castello. I saggi sono nello studio, impilati anche per terra e sopra una stampante che non uso più e che funge da ripiano. Leggo sull'iPad, con la luminosità abbassata al tono giusto e a luce spenta. Mi trovo benissimo. So che il Kindle e gli eink eccetera eccetera, ma con l'iPad mi trovo meglio e prenderei il Kindle solo per twittare gli highlights. Poi la tecnologia va verso le preferenze personali e ognuno usa l'eraeder che gli piace di più. E, last but not least, so perfettamente che quanto sto per dire non é una regola generale ma un aneddoto personale.
Ora, detto questo, posso iniziare il post.
Un paio di giorni fa ho iniziato a leggere un parallelepipedo di carta. Erano mesi che non lo facevo. Poiché si tratta di un romanzo, ho iniziato a leggerlo a letto, che è il posto dove leggo la narrativa. La prima cosa che ho pensato, prendendolo in mano, è stata: «Maledetti hardcover. pesa quanto l'iPad e non si connette a Internet». La seconda è stata «Mi conviene iniziarlo ora che devo partire? Altro peso in borsa. Con l'iPad verrebbe con me comunque».
Poi mi sono messo a letto e ho iniziato a leggere. Sbuffando: «Ma cavolo, non è nemmeno retroilluminato» (sì, ho scoperto che oggi mi infastidisce leggere con la luce accesa, come pure ho fatto per tanti anni). Dopo qualche minuto di lettura, infine, i miei amati parallelepipedi di carta mi sono definitivamente caduti dal cuore. Ed è stato quando ho cercato di evidenziare un brano passando due dita sul foglio e non è successo nulla.
C'è poco da fare. Facendo le cose in modo diverso, e trovandoci bene, cambia il nostro rapporto con gli oggetti. E quelli che usavamo prima ci sembrano poi improvvisamente desueti. Il mio rapporto con i parallelepipedi, ora, è più o meno lo stesso che ho con lo stereo (un aggeggio primitivo cui sono affezionato ma che non uso da anni e che è persino staccato dalla rete elettrica) o con il videoregistratore. E mi sono scoperto a guardare tutti i miei libri di carta con estremo affetto, ma con la sensazione di avere la casa piena di videocassette di un tempo che fu.
Le nostre abitudini cambiano in fretta. E c'è sempre un momento in cui oggetti, anche quelli di culto, diventano vintage. O forse non sono loro a cambiare, ma siamo noi. E le nostre aspettative.

Romano Gobbi ("Liberi Librai"): "un compromesso al ribasso"

Sull'approvazione, al Senato, della "Nuova disciplina sul prezzo dei libri", avvenuta Il 2 marzo, noi di booKerang abbiamo ascoltato alcuni dei principali esponenti della piccola e media editoria. Abbiamo deciso, però, di registrare il parere anche l'altra componente direttamente chiamata in causa dal provvedimento: i librai. Abbiamo pertanto scambiato quattro chiacchiere con Romano Gobbi, libraio, rappresentante e co-fondatore (assieme a Ferdinando Larizza) dell'associazione "Liberi Librai", la quale, sin dal 2001, si batte in difesa dei diritti dei librai indipendenti e che ha aderito alla campagna promossa da "I mulini a vento" sul sito http://leggesulprezzodellibro.wordpress.com/.

Cominciamo con una domanda "d'obbligo", per così dire: cosa ne pensate voi di "Liberi Librai" del ddl licenziato dal Senato il 2 marzo scorso? Ritenete si tratti di un risultato soddisfacente o di un compromesso al ribasso?

Il risultato è senza dubbio un compromesso al ribasso, per poter dire che anche noi abbiamo una legge. Qualcuno ha detto: “meglio una brutta legge che nessuna legge”, ma per dirla all’italiana, prendiamo ciò che ci passa il convento, non possiamo far altro. Noi probabilmente non facciamo parte della filiera o meglio non abbiamo appoggi sufficienti per essere interpellati né per il potere economico né tanto meno per potere politico, se non a titolo di cronaca. Basta confrontare la legge tedesca o la francese e fare una comparazione: le loro leggi sono fatte per lo sviluppo, le nostre, perdoni lo sfogo, per l’inghippo. Il numero delle loro librerie aumenta, le nostre scompaiono - o forse non servono… In compenso, aumentano le librerie di catena, quelle conformiste.

Rispetto al testo uscito dalla Commissione Cultura della Camera nel luglio dell'anno scorso, la nuova proposta mantiene invariato il tetto del 15% agli sconti praticabili sui volumi, ma aggiunge un limite del 25% sulle promozioni degli editori e la non reiterabilità delle campagne promozionali (che dovranno diversificarsi nel corso dell'anno solare). A vostro giudizio, nel concreto, si potevano introdurre altre norme, magari più incisive?

Vorrei che il commento fosse demandato agli utenti. Tra la vendita a prezzo di copertina della Germania, al 5% della Francia, al prezzo libero dell’Inghilterra, possiamo fare in base ai risultati: in Inghilterra le librerie chiudono o hanno chiuso salvo quelle di proprietà degli editori, in Francia e in Germania aumentano. Pertanto, il tetto del 15% di sconto o del 25% sulle promozioni editoriali mi sembrano eccessivi: suggerirei agli editori, invece di agire sulle promozioni, di ridurre il prezzo dei libri, che senza dubbio aumenterebbero le vendite, essendo risaputo che il numero degli utenti in Italia è stabile se non in diminuzione.

Perché dal punto di vista delle librerie indipendenti era necessario un provvedimento del genere? Le facciamo questa domanda dal momento che il ddl è stato fortemente criticato da molti sostenitori del libero mercato ed accusato di essere frutto di posizioni "neo-luddiste", di impedire un effettivo abbassamento dei prezzi dei libri e di costruire una barriera nei confronti del mercato on-line, soggetto agli stessi limiti di sconti...

I sostenitori del mercato libero che ci accusano di posizioni “neo-luddiste” probabilmente non sanno che noi, in controtendenza alla grande distribuzione, chiediamo una riduzione della scontistica a nostro favore, contemporaneamente ad una riduzione del prezzo di copertina; attualmente, le condizioni di sconto, escluso la scolastica, vanno dal 25-30% per le librerie indipendenti sino al 50% e oltre per la grande distribuzione. La nostra proposta è quella di attribuire ai commercianti, grande distribuzione inclusa, un aggio del 15-20%, come accade nel campo dei quotidiani, contemporaneamente ad una riduzione del 30-35% sui prezzi di copertina. Se questo può essere chiamato “neo-luddismo”… Io, a questo proposito, parlerei di menefreghismo, in particolare da chi è deputato a difendere gli interessi dei consumatori: ma sappiamo tutti che nel torbido ci si sguazza meglio.

Daniela Di Sora, fondatrice di Voland, in un'intervista pubblicata sempre sul nostro blog, con riferimento alla situazione del nostro Paese, ha parlato di «grandi gruppi editoriali che il mercato lo stravolgono imponendo le loro regole. [...] Un editore, se vuole esporre un suo libro nella vetrina di una libreria o, spesso, addirittura se vuole che sia messo sul tavolo in buona posizione, deve pagare. Le grandi librerie vendono spazi, non libri. E l’ignaro lettore che entra in una libreria crede che i libri esposti siano il frutto delle scelte del libraio, mentre sono pura e semplice pubblicità». Concorda con quest'analisi?

Non voglio dubitare su quanto asserisce Daniela Di Sora: posso solo dire che, per quanto concerne le librerie indipendenti, in 50 anni di attività, nonostante 18 vetrine a disposizione, mai ho ricevuto una simile proposta. I libri che espongo nelle vetrine sono esclusivamente di mia scelta e per stimolare la curiosità di possibili clienti. A tale proposito, vorrei evidenziare che il gruppo editori della nostra associazione ha proposto a noi librai una scelta di volumi che verranno sistemati in scaffale apposito, ben in evidenza, e consigliati ai lettori dopo una preventiva nostra valutazione: si vorrebbe tornare, insomma, ancora al “Il libraio consiglia”.

Ad oggi, quali sono le reali condizioni di salute delle librerie indipendenti? Crede che con questo provvedimento (il quale, ricordiamo, prima di diventare legge a tutti gli effetti dovrà ripassare alla Camera) le cose potranno migliorare?

Questa legge è una legge raffazzonata, una legge prima supportata da interessi lobbistici dei grandi editori, poi mitigata quasi impercettibilmente da un’alzata di scudi di librai indipendenti e piccoli editori. Il provvedimento, a mio avviso, deve essere imperniato solo su due cardini: il primo culturale, il secondo economico - e per economico intendo una drastica riduzione del prezzo del libro, come ho indicato più sopra. Inoltre, ritengo che la politica non dovrebbe entrarci in questa regolamentazione, se non per spingere i bottoni per una sollecita approvazione: la legge tedesca o francese possiedono, a mio avviso. queste peculiarità. Il resto sono solo chiacchiere.

L'esigenza di un riassetto legislativo del sistema dell'editoria è particolarmente avvertita dagli editori indipendenti italiani. Dal vostro punto di vista di librai, in che direzione dovrebbe muoversi una riforma del genere?

Non vorrei ripetermi su quanto già esposto, ma sarebbe sufficiente ispirarsi (copiare) alla legge tedesca o francese e, per ridurre i prezzi a vantaggio dei lettori, tener conto della nostra proposta. Ma sarebbe troppo semplice…

In conclusione, se dovesse spiegare con poche battute quali sono i vantaggi che i clienti delle librerie trarrebbero da questo provvedimento (se ce ne sono), cosa direbbe?

Non credo proprio a vantaggi particolari di cui potranno beneficiare i destinatari di questa legge. Ovvero, i lettori potrebbero usufruire, dopo un’attesa di 20 mesi, di una congrua riduzione del prezzo dovuta alla liberalizzazione dello sconto che potrà essere applicato dagli editori, mentre le librerie indipendenti saranno già defunte. Insisto ancora che un libro dal costo di stampa di 1 euro non può comparire sul mercato al prezzo di vendita di 20 euro: il rapporto è illogico ed è dovuto ai margini di sconto che la grande distribuzione pretende dall’editore, servendosene per allettare il cliente con promozioni fasulle.

martedì 22 marzo 2011

Presentazione del libro di Camilla Trinchieri

Venerdì 1 aprile a Pistoia, Camilla Trinchieri presenta "Cercando Alice". Intervengono l'On. Roberto Barontini e Bert D'Arragon, con il patrocinio dell'Istituto Storico della Resistenza e della Storia Contemporanea di Pistoia, presso la Libreria "Lo Spazio", ore 18:00.

Raccolta firme contro i tagli al Festivaletteratura di Mantova 2011, l'appello della Libreria Di Pellegrini

[riportiamo l'appello della Libreria Di Pellegrini per una raccolta firme contro i tagli al Festivaletteratura di Mantova 2011, l'appello si trova anche sul sito di liberilibrai]

Amici e colleghi librai indipendenti,

abbiamo preso per Mantova un’iniziativa volta alla raccolta firme per cercare di fermare i tagli al Festivaletteratura, ma sappiamo che questo è l’orientamento di molte altre Amministrazioni locali e del Governo in generale.

Vi giro la nostra raccolta firme e credo che iniziative analoghe potrebbero nascere in tutta Italia, in particolare nelle Librerie indipendenti, poichè se la Cultura è sinonimo di Libertà, sappiamo quanto questa Libertà sia pagata a caro prezzo proprio dali librai indipendenti.

Grazie e buon lavoro

Marina Di Pellegrini

Fai vivere il Festival
Raccolta firme contro i tagli al Festivaletteratura
Vieni in libreria e metti la tua firma per protestare
contro i tagli al Festival e alla cultura in genere.
La cultura è vita, la cultura è libertà.

Libreria Di Pellegrini – Via Marangoni 16 0376 320333
Piazza Mantegna 6 (Sant’Andrea) 0376 355196

info@libreriadipellegrini.it

venerdì 18 marzo 2011

Salone del libro di Torino e AIE: siglato l'accordo per un'area riservata all'editoria per ragazzi.

Negli ultimi mesi l’AIE (Associazione Italiana Editori), attraverso il Gruppo di lavoro editori per ragazzi, e il Salone del libro di Torino hanno siglato un accordo per consentire agli editori di libri per ragazzi, che non sono presenti in fiera con un proprio stand, di esporre i propri volumi in un’area ad hoc allestita all’interno del padiglione n. 3. L’offerta è aperta sia ai soci AIE sia ai non soci.

Chi non ha mai partecipato al Salone (che si svolgerà dal 12 al 16 maggio) o non l‘ha fatto negli ultimi anni ha quindi un’opportunità unica: per la prima volta, a condizioni speciali, potrà essere presente con un proprio piccolo stand in un’area dedicata. Potrà così provare, o riprovare, il contatto diretto con il pubblico del Salone e decidere se tornare a partecipare nei prossimi anni.

Per facilitare la partecipazione è stata messa a punto la formula di un’area dedicata in cui ciascun editore avrà uno spazio personalizzabile di 4 mq. Se vorrà, potrà essere presente tutti i giorni o un solo giorno: la gestione sarà comunque assicurata da personale identificato dal Salone con un’unica cassa.
Anche l’allestimento sarà unico e consentirà di identificare con chiarezza questo spazio.
I libri saranno forniti al soggetto che gestirà la vendita per lo spazio comune dovrà ricevere i libri direttamente dall’editore e si tratterrà sulle vendite dei volumi una percentuale del 30%, per il costo del personale e per il rischio furti.

Per gli editori soci dell’Aie è previsto un prezzo di partecipazione di 700,00 euro + IVA tutto compreso. L’editore sarà segnalato nel catalogo della manifestazione e avrà diritto a realizzare, se vuole e vi è ancora spazio, proprie presentazioni editoriali. Questa opportunità è offerta anche agli editori che non sono soci Aie per un costo di 800,00 euro + IVA tutto compreso.

L’Associazione e il Salone saranno impegnati anche a valorizzare l’iniziativa con una comunicazione specifica.

Il Salone del Libro contatterà nei prossimi giorni le case editrici che rispondono ai requisiti stabiliti per verificarne l'interesse e, in caso positivo, dar l'avvio alla pratica di iscrizione.

(dal http://www.aie.it/SKVIS/News_PUB.aspx?IDUNI=tgzhmu55lvxjeuf5tmtsz4ft3698&MDId=6368&Skeda=MODIF102-1315-2011.3.16)

Presentazione del libro di Tiziano Gaia, "Puoi chiamarmi fratello" (Instar Libri)

Venerdì 25 marzo alle 21, presso il "Cinema Parrocchiale" di Ceresole d'Alba (CN), Tiziano Gaia presenta il suo libro, Puoi chiamarmi fratello, edito da Instar Libri.

Con Christian Kouabite; conduce Alessandro Avateneo; musiche del gruppo senegalese Lampa Fall; letture di Sara D'Amario.

Giorgio vasta presenta "Il tempo materiale" alla libreria "Le Grain des mots" di Montpellier

Pubblicato in Francia dalla casa editrice Gallimard, Giorgio Vasta parlerà del suo libro, Il tempo materiale (Minimum Fax) alla libreria "Le Grain des mots" di Montpellier, il 24 marzo a partire dalle 19,00.

Il tempo materiale è un romanzo crudele e commovente, che fotografa il nostro paese nell'attimo in cui perse definitivamente l’innocenza; il racconto di una generazione che, nell'incessante rielaborare la propria esperienza, ha sempre rinviato il momento del dolore. Perché il tempo materiale è anche il tempo mancante, quello in cui si sarebbe dovuto amare, e non lo si è fatto.

lunedì 14 marzo 2011

Il libro, «un nutrimento delicato e necessario da scegliere con accuratezza». Intervista a Ginevra Bompiani sulla "legge sul prezzo dei libri"

Continua il nostro giro di interviste tra gli editori indipendenti sulla recente "legge sul prezzo dei libri". Dopo Daniela Di Sora (Voland), anche Ginevra Bompiani, fondatrice di Nottetempo, ha accettato di rispondere a qualche domanda sull'argomento.

Signora Bompiani, la nuova versione del ddl approvata al Senato il 2 marzo contiene alcune significative modifiche rispetto al testo originario, licenziato dalla Camera nel luglio dello scorso anno. In particolare, si prevede il tetto del 15% agli sconti praticabili sui volumi, un limite del 25% sulle promozioni degli editori e la non reiterabilità delle campagne promozionali (che dovranno diversificarsi nel corso dell'anno solare). Come giudica, nel complesso, la norma? È soddisfatta?

Sono modifiche importanti, anche se lontane da quello che volevamo e che tuttora vogliamo. Abbiamo scelto di sospendere la battaglia su questa prima vittoria, ma speriamo che la legge dia come frutto anche il desiderio di migliorarla ulteriormente. Il vero obiettivo è la legge Lang, che si applica con grande successo in Francia e che prevede un massimo sconto del 5%.

Sostanzialmente, il Senato ha tenuto conto delle proposte avanzate dall'associazione "I mulini a vento", della quale fa parte anche Nottetempo. Quando voi editori indipendenti avete deciso di mettere insieme le vostre forze, pensavate che la vostra iniziativa avrebbe avuto successo?

Beh, lo speravamo. Ma è stata una lotta molto dura, sembrava che alcuni gruppi editoriali avessero preso l’esempio dal governo nel fare leggi a proprio esclusivo vantaggio. È stato difficilissimo ottenere ascolto, e a darcelo non sono state le istituzioni librarie o editoriali, ma la Commissione Cultura del Senato, dove abbiamo trovato persone straordinarie, che ci hanno sostenuto fino all’ultimo, come il Senatore Vincenzo Vita. Ma anche gli altri membri della Commissione sono stati molto più ricettivi di chi avrebbe dovuto esserlo per ufficio.

La nuova versione del testo (che prima di essere legge, ricordiamo, dovrà esser ratificato dalla Camera) ha scatenato anche diverse polemiche. Qualcuno vi ha accusato di essere "neo-luddisti", oppositori del mercato, di tutelare interessi corporativi. Inoltre, la legge, sempre secondo gli oppositori, impedirebbe, di fatto, un abbassamento dei prezzi e costituirebbe una barriera nei confronti del mercato on-line (soggetto allo stesso tetto di sconto). Come risponde a queste critiche?

Abbiamo in realtà avuto due generi di critiche, quelle a cui allude lei, e quelle opposte, che ci accusano di non aver fatto abbastanza.

Ai primi vogliamo dire che la legge voluta dai grandi gruppi, e a cui abbiamo portato qualche modifica, era sì una legge corporativa, perché difendeva loro da Amazon e dalla Grande Distribuzione (supermercati, ecc.) e lasciava a terra editori e librai indipendenti, che in questo periodo hanno spesso chiuso bottega. In realtà, gli sconti sono una truffa. Per poterli praticare bisogna prima alzare i prezzi, cosa che Mondadori ha puntualmente fatto a gennaio. E sono comunque possibili solo alle grosse tirature. Il che vuol dire che poi in libreria si trovano scontati solo i best-seller, mentre gli altri libri scompaiono dal mercato.

La cultura così coincide col "commerciale", mentre l’inverso non è mai stato vero. Un libro "commerciale" può essere bellissimo, ma difficilmente sarà nuovo, insolito, diverso, perché il successo arride in genere a quel che si "riconosce", cioè a quello che si conosce già. Una politica che vieta gli sconti permette di abbassare tutti i prezzi e consente la bibliodiversità, cioè la ricchezza dell’offerta.

A quelli che ci fanno la critica opposta possiamo solo dire: “lotta dura per la cultura...”

La sensazione è che il mercato editoriale italiano necessiti di una riforma profonda. Quali dovrebbero essere, a suo giudizio, i principi guida di un'eventuale provvedimento legislativo su questa materia? E soprattutto, pensa che l'editoria possa ormai prescindere da un confronto serio col mondo delle tecnologie (e-book in primis)?

Una riforma profonda dovrebbe prendere in considerazione la specialità italiana che consiste, per alcuni gruppi, nel possedere tutta la filiera: case editrici, reti di distribuzione, catene librarie... È un privilegio che gli altri Paesi non consentono o non contemplano e che dà a pochi editori vantaggi spropositati. Dovrebbe tener conto del grande numero di editori e librai indipendenti e fare in modo che non diventino i nuovi panda. Ci sono ottimi esempi intorno a noi di leggi ben fatte: Francia, Spagna, Germania, ecc. E un disastroso esempio da non seguire: l’Inghilterra.

Quanto alle tecnologie, il confronto è già cominciato, e ognuno coi suoi tempi ne verrà modificato.

La "Nuova disciplina sul prezzo dei libri" (o legge Levi, dal nome del primo deputato firmatario) s'inserisce tra quei provvedimenti a sostegno della bibliodiversità, del pluralismo delle voci editoriali. Ovvio, tuttavia, che un simile provvedimento non è sufficiente a garantire la sopravvivenza di molte medie e soprattutto piccole case editrici (e librerie) indipendenti di fronte ai grandi colossi del settore. Quali sono, secondo lei, ulteriori provvedimenti che potrebbero essere di supporto e di tutela ad un patrimonio culturale così importante come quello rappresentato dall'editoria e dalle librerie indipendenti?

Non mi pare che la legge Levi avesse per obiettivo principale la bibliodiversità e il pluralismo. Tanto è vero che ha cercato in tutti i modi di non ascoltare la voce di piccole e medie imprese, che le rappresentano. Ci è voluta molta tenacia da parte di tutti noi per ottenere qualcosa.

I provvedimenti necessari sono tanti e abbastanza chiari, basta accettare di prenderli. Fra l’altro, ancor prima di aiutare l’editoria, si potrebbe smettere di nuocerle, restituendole tariffe postali più favorevoli, o abbassando il prezzo dell’Iva. Sarebbe già qualcosa.

In conclusione, come spiegherebbe ad un lettore/consumatore i vantaggi che questa legge potrebbe apportare per lui?

Avrà più librerie, più libri, più scelta: e magari converrà che il libro non è una merce d’occasione imposta dal produttore più grosso, ma un nutrimento delicato e necessario da scegliere con accuratezza.

venerdì 11 marzo 2011

«Leggere tutti gli stessi libri uccide la fantasia»: un'intervista a Daniela Di Sora, fondatrice di Voland, sulla "legge sul prezzo dei libri"

Il 2 marzo è stata approvata al Senato, con voto bipartisan (unici astenuti, due radicali), la "Nuova disciplina sul prezzo dei libri", che introduce il tetto del 15% agli sconti praticabili sui volumi. Il provvedimento, rispetto alla versione votata dalla Commissione Cultura della Camera il 14 luglio del 2010, ha subito importanti variazioni. Sono state accolte, in sostanza, le proposte avanzate dall'associazione "I mulini al vento", nata dall'incontro di Instar libri, Iperborea, Marcos y Marcos (in seguito fuoriuscita), Minimum Fax, Nottetempo e Voland.
Daniela Di Sora, fondatrice della casa editrice Voland, ha accettato di rispondere a qualche domanda sull'argomento.

Dottoressa Di Sora, la prima domanda è d'obbligo: è soddisfatta del ddl approvato al Senato, che ha sostanzialmente accolto le proposte avanzate dall'associazione "I mulini al vento", o pensa che si potesse fare di più?
Sono soddisfatta perché siamo riusciti a far sentire la nostra voce, abbiamo ottenuto di migliorare un ddl da tutti ritenuto immutabile in quanto frutto di un delicatissimo compromesso. Naturalmente gli editori indipendenti avrebbero voluto una legge sul modello di quella francese, tedesca o spagnola (sconti 0 in questi ultimi due paesi, sconto massimo 5% in Francia). Adesso, però, almeno ci sono delle regole, si è fissato il numero delle campagne che è possibile fare nel corso di un anno, si è stabilito un tetto allo sconto praticabile durante queste campagne. Insomma, anche questa legge è un compromesso, ma almeno è stato raggiunto un compromesso che tiene conto di alcune delle esigenze di editori e librai indipendenti.

La versione precedente del testo licenziata dalla Camera lo scorso anno presentava, a vostro dire, numerose criticità. Può spiegarci quali fossero e cosa cambia con l'attuale ddl (il quale, prima di diventare legge, dovrà comunque ripassare per Montecitorio)?
Il decreto stabiliva uno sconto massimo del 15% sul prezzo di copertina (questo è rimasto immutato), ma poi vanificava anche questo limite consentendo agli editori di fare campagne promozionali per 11 mesi l’anno senza fissare il massimo di sconto praticabile nel corso delle stesse. Ora è stato fissato un tetto di sconto del 25% alle promozioni proposte dagli editori. È stata chiarita la non reiterabilità delle campagne di promozione, che dovranno chiaramente essere diversificate nel corso dell’anno. È stato stabilito uno sconto massimo del 15% anche per le vendite on-line. Sembrano poca cosa, ma sono la differenza tra la vita e la morte per molti editori e librai indipendenti.

Il disegno di legge è stato accolto anche in modo critico. Sostanzialmente, le accuse che vengono mosse alla legge sono quelle di mettere "i bastoni tra le ruote" al mercato (il tetto agli sconti sarebbe d'ostacolo alla «libertà di contrattare, di proporre un prezzo e di accettarlo o meno» che è «l'essenza stessa del mercato», come ha scritto Alberto Mingardi sul sito de "Il Sole 24 Ore"), di impedire l'abbassamento dei prezzi e di innalzare una barriera nei confronti del mercato on-line (soggetto allo stesso tetto di sconto). Come replica a queste accuse?
È vero, ci sono state anche molte critiche. Che dirle? Posso capire le critiche, che ho visto su vari siti, del lettore che dice brutalmente: «io il libro voglio pagarlo il meno possibile». Naturalmente non è così, il libro non lo paga meno: se un libro (o un qualsiasi altro oggetto) può essere scontato appena esce sul mercato è perché c’è stato, all’origine, un aumento del prezzo. Che senso ha stabilire un prezzo e abbassarlo subito del 15, 20, 25% per cento? Non succede in nessun altro campo, per nessun altra “merce”. Un cappotto, un paio di scarpe, una borsa, non sono scontati a inizio stagione. Se vai a vedere un film appena uscito, non pretendi lo sconto al botteghino.
Ma quello che davvero non capisco sono le critiche dei “liberisti a oltranza” che parlano appunto di libertà di mercato, dimenticando per esempio che in Italia esistono grandi gruppi editoriali che il mercato lo stravolgono imponendo le loro regole. Gruppi che possiedono case editrici, distribuzione, catene di librerie. Un editore, se vuole esporre un suo libro nella vetrina di una libreria o, spesso, addirittura se vuole che sia messo sul tavolo in buona posizione, deve pagare. Le grandi librerie vendono spazi, non libri. E l’ignaro lettore che entra in una libreria crede che i libri esposti siano il frutto delle scelte del libraio, mentre sono pura e semplice pubblicità. Un mercato pulito vuole delle regole, uguali per tutti, ma nel mondo del libro c’è chi è più uguale degli altri, come nella Fattoria degli animali. Germania, Francia, Spagna hanno scelto la strada delle regole, e i risultati in quei paesi si vedono in termini concreti: presenza delle librerie sul territorio, salute del libro, indici di lettura. Quelli che capisco meno di tutti sono i Radicali, che hanno dichiarato che questa legge “ostacola la cultura”. Ma sanno di cosa parlano, o stanno cercando facile consenso elettorale?

Delle spaccature, però, ci sono state anche all'interno del gruppo de "I mulini a vento": Marcos y Marcos, infatti, ha abbandonato l'associazione. Può spiegarci com'è andata la vicenda, dal suo punto di vista?
Ci sono state con i Marcos delle incomprensioni sulle modalità da seguire per ottenere i risultati migliori. Sulla necessità di modificare la formulazione iniziale della legge Levi eravamo tutti d’accordo. In ogni caso, la nostra amicizia è rimasta intatta, e questo mi pare la cosa importante.

Ovviamente, per quanto fondamentale, questo provvedimento (qualora dovesse diventare legge) non rappresenta comunque una riforma del settore dell'editoria. Quali sono, a suo giudizio, le criticità che un'eventuale norma del genere dovrebbe affrontare? È corretto il ragionamento del senatore Vincenzo Vita (PD, relatore al Senato del ddl assieme al collega del PdL Franco Asciutti) secondo cui un'eventuale nuova regolamentazione del sistema non potrà prescindere da un confronto col tema dell'innovazione tecnologica, e-book in primis?
Rimangono ancora non definiti alcuni punti, per esempio come far rispettare la legge, come sanzionare chi non la rispetta. Il Parlamento dovrà fissare un termine per verificare se ci sono stati dei risultati. E naturalmente ha ragione l’onorevole Vita, a cui va di tutto cuore il mio grazie per averci ascoltato e per aver sempre cercato una soluzione. Solo il Senato, infatti, ha ritenuto necessario ascoltare le voci degli editori e dei librai indipendenti.

A nostro giudizio, la "Nuova disciplina sul prezzo dei libri" (o legge Levi, dal nome del primo deputato firmatario) costituisce comunque un tassello fondamentale nel quadro generale del sostegno e della tutela della bibliodiversità, del pluralismo delle voci editoriali. Quali altre iniziative occorrerebbe metter in campo, secondo lei, per rilanciare definitivamente quell'importante patrimonio culturale che è rappresentato dalle case editrici e dalle librerie indipendenti?
L’esistenza delle librerie indipendenti è fondamentale per tutti noi, editori e lettori che non desiderano essere omologati… A Roma, e certo anche in altri luoghi, esistono “negozi di interesse storico” che godono di particolari facilitazioni: le librerie indipendenti potrebbero essere inserite in una categoria del genere. Costituzione di un marchio “libreria indipendente” che ti dia diritto a facilitazioni in cambio di servizi (reperimento testi, consegna a domicilio ad anziani a malati, corsi di lettura: le iniziative potrebbero essere diverse). Corsi regionali di aggiornamento per librai. Tariffe postali agevolate. Io sono anche molto affezionata all’idea della detrazione dalle tasse degli acquisti in libreria, almeno per gli insegnanti. Oltre le librerie, occorre sostenere le biblioteche, dotare queste ultime di fondi per l’acquisto dei libri. Perché, come ha detto a Mantova qualche anno fa un grande autore contemporaneo, Enrique Vila Matas: «Non c’è persona più pacifica di quella intenta a leggere un libro».

In conclusione, come spiegherebbe ad un lettore/consumatore i vantaggi che questa legge potrebbe apportare per lui?
I libri sono una ricchezza infinita, e ridurre le voci è sempre pericoloso. Leggere tutti gli stessi libri, vedere gli stessi libri, ascoltare la stessa musica uccide la fantasia.

mercoledì 9 marzo 2011

Il 22 marzo a Trento il seminario "Gli e-book in biblioteca"

Si svolgerà il 22 marzo a Trento il seminario "Gli e-book in biblioteca". L'iniziativa, che si svolgerà a partire dalle 9,00 presso la Sala Verde della PAT, Centro Europa, è organizzata dalla sezione Trentino Alto Adige dell'Associazione italiana biblioteche, in collaborazione con l'Ufficio per il sistema bibliotecario trentino.

La partecipazione è gratuita; l'iscrizione (obbligatoria) dovrà essere effettuata entro il 16 marzo. Il numero massimo di partecipanti previsto è di 70: nelle adesioni, sarà data la precedenza ai bibliotecari delle province autonome di Trento e Bolzano. Alla fine del seminario, a tutti i partecipanti sarà rilasciato un attestato di partecipazione.

Per ulteriori informazioni e per il programma della giornata, visitate il link http://www.aib.it/aib/sezioni/taa/a110322.htm .


Su Amazon una nuova collana di e-book dedicata ad inchieste e reportage

Il mondo dell'e-book apre alle inchieste. Amazon ha infatti inaugurato la collana "Kindle Single", che propone una serie di brevi testi da leggere sul reader di Amazon. Si tratta, per l'appunto, di pezzi giornalistici più lunghi di un normale articolo di giornale e più brevi di un romanzo. I prezzi per l'acquisto oscillano da 1,14 dollari a 4,59 dollari (in euro, da 84 centesimi a 3,27 euro).

Al momento, sul sito di Amazon di questi reportage ne sono presenti 29. L'iniziativa ha suscitato pareri contrapposti: da un lato, non sono mancati gli elogi all'iniziativa, dall'altro, qualcuno si è lamentato del fatto che testi così brevi siano venduti come libri.

Seguiremo l'evolvere dell'iniziativa, che certo apre scenari interessanti.

Chiarelettere e Gems, al via il progetto cadoinpiedi.it

Chiarelettere e il gruppo Gems hanno dato il via, due giorni fa, al portare www.cadoinpiedi.it, il cui obiettivo è quello di trovare un punto di congiunzione tra mondo della letteratura e mondo dell'informazione. L'obiettivo del portale, infatti, è quello di fornire approfondimenti sull'attualità firmati dagli scrittori delle due case editrici.

In sostanza, come ha spiegato il direttore editoriale di Chiarelettere, Lorenzo Fazio, «si tratta di superare il vecchio modello della casa editrice novecentesca e aprirci al nuovo».




martedì 8 marzo 2011

Presentazione del libro di Luisa Pulcher, "Il tempo è un albero che cresce" (Instar Libri)

Mercoledì 23 marzo alle ore 21,00, presso l'Associazione "Olimpia" di Rivarolo (TO), Luisa Pulcher presenterà il suo libro, Il tempo è un albero che cresce, edito da Instar Libri.

Minimum Fax e Comieco per il concorso letterario "Riciclare? Un Classico!"

"Riciclare? Un Classico!": è questo il nome del concorso letterario organizzato da Comieco (Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli imballaggi a base cellulosica) e Minimum Fax. L'iniziativa prevede che tre importanti autori italiani del calibro di Diego De Silva, Paolo Giordano e Francesco Piccolo riscrivano gli incipit di altrettanti classici della letteratura contemporanea (Revolutionary Road di Richard Yates, Il migliore di Bernard Malamud, Sabato sera, domenica mattina di Alan Sillitoe); a partire da questi incipit, poi, i partecipanti alla manifestazione dovranno riscrivere (in versione ridotta) queste opere.

Scopo dell'iniziativa è quella di promuovere la cultura del riciclo e del riutilizzo, che negli ultimi anni sta prendendo sempre più piede nel nostro Paese.

Per consultare il regolamento, visitare il sito www.comieco.org. Inoltre, per chi volesse partecipare al concorso, Minimum Fax mette a disposizione, fino al 15 marzo, i tre titoli sopra citati con uno sconto del 20%; chi avesse già scelto il suo classico, invece, può acquistare il singolo volume con uno sconto del 15%.



Voland festeggia l'8 marzo con una promozione online!

Per festeggiare al meglio l'8 marzo, Voland Edizioni propone un'interessante iniziativa: chi acquista online, fino alle 24 di oggi, 2 libri della collana "Amazzoni" avrà diritto ad un terzo volume in omaggio, da scegliere tra quelli del catalogo Voland.
Per maggiori info, visitate il sito di Voland Edizioni, www.voland.it.

lunedì 7 marzo 2011

Legge sul prezzo dei libri: la prospettiva critica di Alberto Mingardi

Segnaliamo un articolo apparso sul sito de "Il Sole 24Ore" a firma Alberto Mingardi sulla questione della legge sul prezzo dei libri (recentemente passata in senato con voto bipartisan) dal titolo eloquente: "Il tetto agli sconti dal partito dei neo luddisti".
Pur non condividendone la prospettiva, ci sembra uno spunto di riflessione comunque interessante, che merita di essere preso in considerazione. Di seguito, il link:


Aspettiamo i vostri commenti!

Presentazione del libro di Franz Krauspenhaar, "1975. Nonostante Pasolini, e purché Buzzanca non lo sappia, al liceale piacciono le donne"

Il 15 marzo alle 18,00, presso "La Feltrinelli" di Bari si svolgerà la presentazione del nuovo romanzo di Franz Krauspenhaar, 1975. Nonostante Pasolini, e purché Buzzanca non lo sappia, al liceale piacciono le donne, edito da CaratteriMobili.


Per informazioni sul libro (e per la rassegna stampa), visitate il link http://www.caratterimobili.it/caratterimobili/?p=37

14 Marzo, presentazione del volume di Leonardo Palmisano, "La città del sesso" (CaratteriMobili)

Si svolgerà il 14 Marzo presso la libreria "Laterza" di Bari, a partire dalle 18,00, la presentazione de La città del sesso. Dominazioni e prostituzioni fra immagine e corpo di Leonardo Palmisano, un libro inchiesta sul mondo della prostituzione edito da CaratteriMobili.

Per maggiori informazioni sul libro (rassegna stampa compresa), visitate il link http://www.caratterimobili.it/caratterimobili/?p=50

Corso organizzato da AIE/Edised su "Come diventare editori"

Torna il corso in due giornate organizzato da AIE/Ediser "Come diventare editori. I primi passi per aprire una casa editrice (pensando anche agli e-book)" rivolto a chi desidera avviare un'attività editoriale.



A Milano il 22 e 23 marzo si potranno conoscere le norme che regolano l'esercizio dell'attività editoriale: gli adempimenti previsti nel momento in cui si avvia una casa editrice, le norme in materia di contratti di edizione e di normativa fiscale. Ma anche le prassi commerciali, il quadro della distribuzione e quali elementi considerare nel definire una prima traccia di conto economico.
Novità dell'edizione 2011: un primo inquadramento del mercato degli e-book per pensare a un progetto editoriale che sia già per il mercato e-book e per il mercato internazionale.

Sono previste tariffe agevolate per chi aderisce entro il 22 febbraio.



Programma dettagliato, costi e modalità di adesione sono pubblicati su www.formedi.it.

domenica 6 marzo 2011

10, 11 e 12 marzo: incontri d'autore alla libreria "Marco Polo" di Venezia

Tre autori Minimum Fax, Bruno Ballardini, Carlo D'Amicis e Antonio Pascale, saranno protagonisti degli incontri che si terranno il 10, 11 e 12 marzo, presso la libreria "Marco Polo" di Venezia. Nel corso degli appuntamenti (il cui inizio è previsto per le 18,30) gli autori presenteranno i propri volumi, rispettivamente Gesù lava più bianco, La battuta perfetta, Questo è il Paese che non amo. Un occasione, insomma, per riflettere, attraverso la letteratura, sul particolare momento storico che l'Italia sta attraversando.

Presentazione del libro di Bruno Osimo

Martedì 15 marzo, presso la libreria "Centofiori" di Milano, Bruno Osimo presenterà il Dizionario affettivo della lingua ebraica (Marcos y Marcos), con le letture di Claudia Tarolo e Marco Zapparoli. Modera Marina Morpurgo. L'inizio dell'evento è previsto per le 18,30.

Jón Kalman Stefánsson a Venezia per presentare il suo libro

L'autore islandese Jón Kalman Stefánsson sarà a Venezia il 13 aprile in occasione degli "Incontri Internazionali di Letteratura", dove presenterà il suo romanzo, Paradiso e Inferno, in uscita il 7 aprile per Iperborea.

Per informazioni: www.incrocidicivilta.org

sabato 5 marzo 2011

"Volta la Carta": mostra mercato dell'editoria indipendente a L'Aquila

Si svolgerà a L'Aquila dal 25 al 29 maggio "Volta la Carta", una mostra mercato dell'editoria indipendente. Un'area di 300 mq situata all'interno della Cartiera del Vetoio, risalente al XV secolo, ospiterà stand di case editrici indipendenti e farà da suggestiva location per tutta una serie di iniziative.

L'evento nasce da un'idea della casa editrice Arkhé dell'Aquila ed è stato promosso e organizzato in collaborazione con il "Salone del libro" di Torino e la Scuola "Holden" di Alessandro Baricco. Fondamentale, poi, l'appoggio dell'Associazione culturale "Librialsole" di Pontedera (PI) e della Fondazione "Fabrizio De André", che ha concesso l'uso del titolo della canzone pubblicata dal cantautore genovese nel '78.

Ciascuna giornata della manifestazione sarà dedicata ad un tema specifico (legalità, ambiente, il libro antico, le migrazioni dei popoli, il connubio tra donne e letteratura). Numerose le adesioni dal mondo della letteratura: Andrea Camilleri, Dacia Maraini, Paola Calvetti, Maurizio Maggiani, Mauro Corona e il vincitore del Premio "Bancarella 2009" Donato Carrisi; a questi si aggiungono giornalisti di indubbio prestigio quali Piero Dorfles, Gaetano Savatteri, Daniele Biacchessi, Daria Bignardi e John Hooper. Prevista anche la presenza di docenti universitari, chiamati ad approfondire i singoli temi. Il tutto sarà corredato dalla musica di artisti come le pianiste Silvia Manco e Luisa Prayer e la Corale Gran Sasso.

La casa editrice Arkhé ha deciso, inoltre, di collegare la mostra mercato ad un riconoscimento, il Premio letterario "Volta la Carta", riservato a scritti inediti attinenti a tematiche legate alla parola "carta": il vincitore sarà proclamato durante la giornata conclusiva della manifestazione.

Per maggiori informazioni e per il programma, collegatevi al sito www.laquilavoltalacarta.it.

Una riflessione di Guido Rossi sull'importanza della piccola editoria nella salvaguardia della democrazia

Un estratto dalla prefazione di Guido Rossi per il volume di André Schiffrin, "Il denaro e le parole" (Voland, 2010)

«Le cronache quotidiane in tutti i paesi paiono dare ragione ai rilievi e alle descrizioni negative sul destino culturale dell' uomo democratico contemporaneo, così come contenute nel libro di Schiffrin. Per la sua straordinaria e unica esperienza nel settore l' attenzione maggiore è riservata alla stampa, soprattutto ai libri, all' editoria, ma anche ai giornali, alle librerie, al cinema e al fenomeno più recente che abbraccia la quasi totalità delle manifestazioni culturali: la rete con le sue varie applicazioni. La necessità di manifestazioni culturali indipendenti e affidabili costituisce il presupposto del saggio. Ma questo presupposto è ormai tradito dalla ricerca spasmodica del profitto che chiude nel capitalismo finanziario ogni alternativa alla sopravvivenza di attività nelle quali il denaro non sia lo scopo principale. È così che le nuove conglomerate editoriali, invece di pubblicare, preferiscono acquistare e vendere non libri ma case editrici, lucrando sullo scambio azionario. Il calo impressionante delle librerie - che non siano anonimi supermercati, dove non è il libro di qualità ma il best seller, cioè quello commercialmente più di successo, a riempire gli scaffali insieme a una serie di altri aggeggi - è l' indice di un sostanziale cambiamento dei prodotti culturali e di coloro che su tale mercato operano, per i quali il sostantivo (prodotto) vale ben più dell' oggetto (culturale). Identica sorte hanno subìto i cinematografi multisala, dove solo i film commerciali resistono, mentre quelli "impegnati" vengono immediatamente ritirati. Insomma, nel nuovo capitalismo finanziario la cultura, così come d' altra parte la quasi totalità dei valori delle diverse civiltà, è stata postergata al denaro, che condiziona ogni scelta. È qui che Schiffrin propone la ripresa di quei valori attraverso gli aiuti pubblici, nazionali, regionali e comunali, come la Francia insegna, o le organizzazioni non profit che aiutanoi piccoli editori e le piccole librerie indipendenti distrutte dagli sconti selvaggi delle grandi catene. Solo l' intervento pubblico può impedire la deriva che il mito privatissimo del profitto ha procurato ai processi culturali. (...) Né la rete, gli ebook, Google - che pur sempre obbediscono, nella loro totalizzante anarchia quantitativa, solo a logiche commerciali di profitto - possono costituire, come le controversie in atto soprattutto negli USA stanno provando, una qualche alternativa alla conquista del capitalismo finanziario su uno dei gangli essenziali della civiltà. Il saggio di Schiffrin conclude, nonostante tutto, con una dichiarazione di speranza. Il cambiamento provocato dalla rivoluzione finanziaria e dalla tecnologia può non essere definitivo. Altre strade sono possibili e tocca a noi sceglierle e seguirle. Mi sia lecito ora aggiungere una personale riflessione finale. Se persino l' arte contemporanea è stata subordinata al denaro, tanto che lo slogan preferito dai suoi più accreditati rappresentanti, da Andy Wahrol a Damien Hirst, è "l' arte è denaro", il pericolo è ancora più grave forse di quello paventato da André Schiffrin. La postergazione al denaro di tutte le manifestazioni e le opere culturali indipendenti mette a vero rischio l' uomo democratico moderno, il quale ha spontaneamente ridotto la sua considerazione nell' autorità delle istituzioni, che hanno via via perso legittimazione di fronte al progresso tecnologico e scientifico, dove il sapere e la conoscenza sono sempre più specializzati. È inevitabile di conseguenza che l' uomo democratico debba rimettersi in moltissimi campi alla competenza di altri, quella competenza che era tradizionalmente organizzata nei canali della cultura. Le nostre opinioni e la nostra autonomia culturale debbono sempre più dipendere dalla fiducia che accordiamo ad altri, a esperti indipendenti che abbiano la possibilità di trasmettere le loro conoscenze per aiutare la formazione di opinioni critiche e non imposte all' uomo democratico moderno. Già Alexis de Tocqueville aveva chiaramente indicato nella formazione di una "opinione critica" del cittadino l' essenza della democrazia. Per quel che riguarda le istituzioni non corre dubbio che la democrazia esige sempre più trasparenza da parte di chi ci governa, sicché il potere ha perso quel carattere di sacralità che distingueva il monarca, che poteva quindi comandare in un' indiscussa aura di opacità. La trasparenza nei comportamenti di chi detiene il potere in democrazia - e che deve essere pertanto controllato e giudicato dai cittadini - porta, meglio lo si conosce, alla sfiducia piuttosto che alla fiducia. È così che, in mancanza poi di riferimenti culturali non dettati dalla rincorsa al denaro e dai suoi strumenti di propagazione dell' informazione, l' opinione del cittadino, che è poi la vera garanzia del vivere democratico, è facilmente manipolata e distorta. La sparizione delle piccole case editrici indipendenti, con la loro difficoltà nella distribuzione, piuttosto che delle piccole librerie, come sta avvenendo quasi ovunque, con qualche rara eccezione sottolineata da Schiffrin, nonché la mancata indipendenza di tutti i mezzi di trasmissione delle informazioni e delle conoscenze, fanno crollare i pilastri sui quali si basava la fiducia culturale, non omologata solo alla logica mercantile del capitalismo finanziario. La formazione di un' opinione del cittadino senza quei pilastri di riferimento viene facilmente condizionata e degradata. La mia triste conclusione è allora che, senza che ci sia una sufficiente coscienza al riguardo, la sparizione delle piccole case editrici e delle piccole librerie culturalmente impegnate, della stampa e dei mass media indipendenti, costituisce una vera rinuncia alla democrazia basata sull' opinione critica del cittadino, svincolato dall' ideologia del dio denaro, che è la più sottile e bugiarda fra quelle politiche, pronte a nascondersi dietro falsi riferimenti di libertàe idonee a rivendicare la fine delle ideologie»